𝗗𝗶𝗮𝗳𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮 𝗣𝗮𝗿𝘁𝗲 𝟮
Oggi vi presentiamo la quarta lezione di medicina, scritta dal Professor Gaeta. Buona lettura!
"Nel diaframma sono presenti alcune aperture che consentono a diverse strutture di passare dal torace all’addome o viceversa.
I 3 principali orifizi che noi prendiamo in considerazione sono quello della vena cava inferiore e lo iato aortico che abbiamo già descritto nel post precedente e lo iato esofageo che ci accingiamo ora ad esporre invitandovi a seguire la spiegazione osservando attentamente la figura corrispondente.
I 2 pilastri tendinei che si inserivano ai 2 lati destro e sinistro della colonna lombare si erano già incrociati una prima volta delimitando con la colonna stessa lo iato osteotendineo detto iato aortico che abbiamo visto essere molto poco deformabile.
I 2 pilastri appena dopo l’incrociamento, divaricano risalendo sul versante posteriore della cupola diaframmatica e arricchendosi di fibre muscolare per tornare ad incrociarsi subito dopo una seconda volta.
In pratica i 2 incrociamenti disegnano una sorta di cifra 8 e si trova a delimitare 2 orifici o iati: uno iato postero inferiore detto appunto iato aortico ed uno antero superiore chiamato iato esofageo che costituisce l’apertura attraverso la quale l’esofago ed i nervi vaghi passano dal torace all’addome.
L’esofago nel suo passaggio attraverso questo iato presenta un ben visibile restringimento del suo diametro.
Superato il diaframma quindi già all’interno della cavità addominale termina subito dopo con il cardias o sfintere esofageo inferiore.
Questa piccola regione anatomica che stiamo descrivendo costituita da iato esofageo del diaframma, restringimento diaframmatico dell’esofago, cardias, porzione del fondo dello stomaco che fa immediatamente seguito al cardias è quella zona che, con il passare degli anni, può andare incontro a modificazioni anatomofunzionali che configurano il quadro patologico che va sotto il nome di ernia iatale.
Inoltre il diaframma e la muscolatura addominale prevengono e migliorano mal di schiena scivolamento delle vertebre e lordosi lombare.
Impariamo quindi a respirare con il diaframma:
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sdraiati in posizione supina, con la pancia rivolta verso l’alto, e concentra l’attenzione sulla tua pancia.
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Per sentire il diaframma metti una mano sulla pancia e una sul petto, e inizia a respirare, l’obiettivo è far alzare la mano poggiata sulla pancia mentre quella posizionata sul petto deve restare ferma.
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Inspira dal naso e osserva la pancia riempirsi di aria, poi pian piano espira dalla bocca.
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La mano sul petto serve per fare in modo che il petto non si alzi e se noti che la mano si alza significa che non stai sfruttando il diaframma.
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Quando espiri apri la bocca e lascia uscire l’aria in modo passivo, senza contrarre i muscoli addominali o inarcare la schiena.
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Anche in questo caso la mano sul petto deve rimanere ferma.
Per respirare correttamente con il diaframma è necessario fare pratica e se imparerai ad espirare dalla bocca potrà essere utile quando sei in ansia per scaricare la tensione. "
𝚋𝚢 𝙴𝚕𝚒𝚘 𝙶𝚊𝚎𝚝𝚊