CBD isolato per endometriosi: guida completa ai sintomi, diagnosi e cure naturali

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Che cos’è l’endometriosi: cause da riconoscere 

Che cos’è l’endometriosi

L’endometriosi è una patologia infiammatoria cronica e progressiva in cui cellule simili a quelle che rivestono l’interno dell’utero (endometrio) si trovano al di fuori della cavità uterina, in sedi anomale come le ovaie, le tube di Falloppio, il peritoneo, la vescica o l’intestino.

Queste cellule ectopiche endometriali rispondono ogni mese agli stessi ormoni del ciclo mestruale: si ispessiscono, si sfaldano e sanguinano. Tuttavia, non potendo fuoriuscire dal corpo come avviene con il normale flusso mestruale, provocano micro-emorragie interne, infiammazione, dolore e formazione di tessuto cicatriziale (aderenze).

Col tempo, questi focolai endometriosici possono invadere organi vicini, alterare la mobilità degli organi pelvici, compromettere la funzione intestinale e urinaria e provocare un dolore cronico anche in assenza di mestruazioni.

L’endometriosi è una malattia multisistemica e sottovalutata, spesso confusa con una “mestruazione dolorosa” e per questo diagnosticata con anni di ritardo.

Cause dell'endometriosi: perché ci si ammala

Le cause dell’endometriosi non sono ancora del tutto comprese, ma si riconosce una origine multifattoriale. I principali fattori coinvolti includono:

  • Fattori genetici ed epigenetici: esiste una maggiore incidenza nelle donne con familiari di primo grado affette.

  • Disfunzione del sistema immunitario: l’organismo non riconosce le cellule endometriali fuori sede come anomale e non le elimina.

  • Alterazioni ormonali, in particolare l’eccesso di estrogeni o uno squilibrio tra estrogeni e progesterone.

  • Infiammazione cronica sistemica: l’endometriosi è oggi considerata una patologia infiammatoria a tutti gli effetti.

  • Squilibri del microbiota intestinale e vaginale: recenti studi mostrano che un’alterazione della flora batterica può influenzare l’infiammazione e la risposta immunitaria.

La combinazione di questi fattori porta a una risposta infiammatoria persistente, che rilascia mediatori come prostaglandine, citochine e interleuchine.
Questi attivano e sensibilizzano i recettori del dolore, creando una condizione di iperalgesia viscerale e sensibilizzazione centrale, responsabile di molti sintomi anche al di fuori del periodo mestruale.

A che età si manifesta

L’endometriosi può manifestarsi già in adolescenza, spesso sotto forma di dismenorrea severa (mestruazioni molto dolorose), ma nella maggior parte dei casi viene diagnosticata tra i 25 e i 40 anni, in piena età fertile.

Il problema principale è che molte ragazze e donne convivono con dolori intensi senza ricevere una diagnosi, perché il dolore mestruale è ancora troppo spesso normalizzato o sottovalutato.

In media, passano 7-10 anni tra la comparsa dei primi sintomi e la diagnosi definitiva, un ritardo che può peggiorare l’evoluzione della malattia e la qualità della vita.

Come cambia il corpo a causa dell'endometriosi

L’endometriosi non è solo una patologia dell’apparato riproduttivo, ma una condizione sistemica che coinvolge molte funzioni corporee:

  • Sistema immunitario: si altera la risposta infiammatoria, con produzione costante di mediatori pro-infiammatori.

  • Sistema nervoso autonomo: si crea uno squilibrio tra il sistema simpatico (attacco/fuga) e quello parasimpatico (riposo/riparazione), con ridotta attivazione vagale.

  • Sistema intestinale: molte pazienti sviluppano colon irritabile, stitichezza o diarrea, gonfiore persistente, e talvolta subocclusioni.

  • Sistema muscolo-scheletrico: si formano aderenze che alterano la postura e provocano dolori muscolari pelvici o lombari.

  • Sistema neuroendocrino: lo stress cronico associato alla malattia può influenzare la produzione ormonale, l’umore e la qualità del sonno.

Il corpo entra in uno stato infiammatorio di basso grado costante, con dolore cronico neuropatico, affaticamento persistente (fatigue), sbalzi d’umore, ansia, insonnia, e una percezione corporea alterata.

Cosa succede a chi soffre di endometriosi

Chi soffre di endometriosi sperimenta spesso una condizione di dolore invalidante che si estende oltre il periodo mestruale. Il dolore pelvico può diventare continuo e coinvolgere:

  • rapporti sessuali (dispareunia),

  • movimenti intestinali (defecazione dolorosa),

  • minzione,

  • postura e camminata.

Si associa spesso a congestione venosa pelvica, gonfiore addominale, senso di pesantezza e tensione continua nell’area del basso ventre.

Dal punto di vista psicologico e funzionale, molte donne riferiscono:

  • ansia e attacchi di panico,

  • alterazioni dell’appetito (o abbuffate emotive),

  • stanchezza estrema,

  • riduzione della qualità del sonno,

  • calo del desiderio sessuale,

  • difficoltà di concentrazione e brain fog.

Tutto questo porta a un impatto profondo sulla qualità della vita, sul lavoro e sulla vita relazionale.
È fondamentale che la patologia venga riconosciuta e trattata non solo come un disturbo ginecologico, ma come una malattia multisistemica e neuroinfiammatoria.

Sintomi dell'endometriosi: i principali da riconoscere

I sintomi principali includono dolore pelvico cronico, dismenorrea intensa, gonfiore addominale, dolore durante i rapporti, affaticamento e disturbi intestinali. 
Durante i focolai si possono manifestare nausea, febbre lieve, crampi e dolore lombare. Molte donne notano una pancia gonfia che varia con il ciclo.

Quali sono i sintomi di un focolaio di endometriosi?

Un focolaio di endometriosi è un piccolo impianto di tessuto endometriale (simile a quello che riveste l’utero) che si trova in sedi anomale, come ovaie, intestino, peritoneo o vescica. Anche se piccolo, può generare sintomi molto significativi, perché l’endometriosi non dipende dalla dimensione della lesione, ma dalla sua posizione e dalla risposta infiammatoria che genera.

I sintomi tipici di un focolaio includono:

  • Dolore pelvico localizzato, anche se intermittente

  • Crampi mestruali molto intensi, spesso non proporzionali al ciclo

  • Dolore durante i rapporti (dispareunia)

  • Mal di schiena o dolore rettale durante il ciclo

  • Sanguinamenti irregolari o spotting

  • Disturbi digestivi o urinari, se il focolaio si trova vicino a vescica o intestino

⚠️ Anche un solo focolaio può provocare infiammazione cronica e alterare la qualità della vita.

Quali sono i sintomi dell’endometriosi al secondo stadio?

L’endometriosi è classificata in 4 stadi (da I a IV) secondo l’American Society for Reproductive Medicine, in base a:

  • Numero e dimensione dei focolai

  • Presenza di aderenze

  • Coinvolgimento delle ovaie

Lo stadio II è considerato una forma lieve, con lesioni più profonde rispetto allo stadio I e possibili micro-aderenze.

I sintomi sono spesso simili a quelli di stadi più avanzati, perché la gravità dei sintomi non sempre corrisponde alla gravità della malattia.

Sintomi comuni dello stadio II:

  • Crampi mestruali forti e persistenti

  • Dolore durante o dopo i rapporti

  • Stanchezza cronica

  • Dolore all’evacuazione o alla minzione durante il ciclo

  • Difficoltà a concepire, se le ovaie o le tube iniziano a essere coinvolte

 Il CBD isolato, in questi casi, può aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione agendo su recettori come CB1, CB2, TRPV1, GPR55 e PPARγ, modulando anche la percezione del dolore a livello centrale.

Come si fa a capire che si ha l’endometriosi?

Capire se si soffre di endometriosi non è sempre facile, perché i sintomi possono essere confusi con altri disturbi come colon irritabile, cistiti ricorrenti o dolori mestruali “normali”.

Ecco alcuni segnali da non ignorare:

  • Dolori mestruali disabilitanti (che non passano con i comuni antidolorifici)

  • Dolore pelvico cronico, anche al di fuori del ciclo

  • Dolore durante i rapporti o dopo l’orgasmo

  • Senso di gonfiore e pesantezza addominale, a volte chiamata “pancia da endometriosi”

  • Sanguinamenti anomali o spotting premestruale

  • Problemi urinari o intestinali ciclici (stipsi, diarrea, urgenza a urinare, dolore)

📋 La diagnosi definitiva si ottiene con esami come ecografia transvaginale, risonanza magnetica e, nei casi dubbi, con laparoscopia esplorativa.

💡 Il CBD isolato, usato come supporto naturale, può aiutare a ridurre l’infiammazione, riequilibrare il sistema nervoso autonomo e migliorare il tono dell’umore, offrendo una strategia integrativa senza interferire con il ciclo ormonale.

Endometriosi e pancia gonfia: cosa cambia

Come riconoscere la pancia da endometriosi?

La cosiddetta “pancia da endometriosi” è un sintomo molto comune e spesso sottovalutato: si manifesta come un gonfiore addominale marcato, che può comparire ciclicamente o rimanere costante. Le donne la descrivono come una pancia dura, tesa, visibilmente gonfia, soprattutto nella zona inferiore.

Segni tipici:

  • Gonfiore che peggiora prima o durante il ciclo

  • Addome visibilmente sporgente e dolente alla pressione

  • Sensazione di pressione interna o pesantezza pelvica

  • Possibile associazione con stipsi, meteorismo o dolore addominale diffuso

Molte donne riportano che, in quei giorni, “sembra di essere incinta di 4-5 mesi”.

Perché l’endometriosi causa gonfiore?

Il gonfiore addominale associato all’endometriosi è causato da una combinazione di fattori:

  • Infiammazione cronica: il tessuto endometriale ectopico provoca un rilascio continuo di citochine infiammatorie, che aumentano la permeabilità vascolare e provocano edema e rigonfiamento.

  • Coinvolgimento intestinale: se l’endometriosi colpisce il retto o l’intestino, può alterare la motilità e provocare meteorismo, spasmi e disturbi digestivi ciclici.

  • Congestione pelvica: il rallentamento del ritorno venoso può generare una sensazione di pressione e gonfiore persistente.

  • Sofferenza del sistema nervoso autonomo: l’endometriosi altera il bilanciamento simpatico-parasimpatico, compromettendo la peristalsi e la digestione.

🧠 Il CBD isolato può essere un alleato prezioso: agendo su recettori come TRPV1, GPR55, CB2 e recettori per le chemochine, aiuta a ridurre l'infiammazione e il dolore, normalizzando la risposta del sistema nervoso enterico (il “secondo cervello” intestinale) e migliorando anche la motilità intestinale.

Come cambia l’addome con l’endometriosi?

Nel tempo, l’endometriosi può alterare non solo la funzionalità degli organi pelvici, ma anche l’aspetto e la sensibilità dell’addome:

  • Addome gonfio, duro, asimmetrico

  • Dolorabilità cronica alla palpazione

  • Comparsa di aderenze che tirano i tessuti interni, provocando fastidio persistente o fitte improvvise

  • Nei casi gravi, può esserci difficoltà nella digestione, senso di pienezza precoce, alterazioni nella frequenza intestinale

📌 Il gonfiore non è solo estetico: è un campanello d’allarme del processo infiammatorio e della congestione neurovascolare in atto.

CBD isolato per endometriosi: la terapia con ovuli e FIR Pad

CBD per endometriosi: perché è una scelta sicura

Il CBD isolato è una molecola pura, priva di THC e legale (THC < 2 ppm).


È una scelta sicura perché non agisce sul cervello come una droga, ma modula in modo intelligente i recettori dell’infiammazione, del dolore e dell’umore.

A differenza dei farmaci ormonali, non altera i livelli estrogenici e non interferisce con la fertilità.

Il suo obiettivo non è bloccare il sintomo, ma ripristinare l’equilibrio biologico (omeostasi) tra sistema nervoso, immunitario e ormonale.

CBD isolato per endometriosi: come agisce

Il CBD isolato per endometriosi interagisce con oltre 65 bersagli molecolari.
Nell’endometriosi, i principali meccanismi coinvolti sono:

· CB1 e CB2 – riducono l’infiammazione e il dolore neuropatico;

· TRPV1 – regola la percezione del dolore pelvico;

· 5-HT1A – migliora ansia e tono dell’umore;

· PPARγ – inibisce la produzione di citochine pro-infiammatorie;

· GPR55 – riduce la proliferazione del tessuto endometriale ectopico;

· Recettori del GABA e della glicina – rilassano la muscolatura pelvica e riducono gli spasmi;

· Recettori estrogenici e canali del calcio – riequilibrano la risposta ormonale e riducono la contrazione dolorosa.

Inoltre, il CBD favorisce la vasodilatazione periferica e la microcircolazione, utile in caso di congestione pelvica.

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Gli ovuli al CBD per endometriosi: il loro ruolo nel dolore pelvico

Gli ovuli vaginali al CBD isolato rappresentano una delle soluzioni più efficaci e naturali per il dolore pelvico profondo. Agiscono localmente, penetrando le mucose e raggiungendo i recettori presenti nell’area urogenitale.

I principali benefici sono:

· riduzione immediata del dolore e della tensione muscolare

· azione antinfiammatoria diretta sui tessuti

· miglioramento della microcircolazione

· riequilibrio della flora vaginale.

Usati in modo ciclico, possono ridurre la frequenza dei focolai dolorosi e migliorare la sessualità.

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Il FIR Pad per endometriosi: il ruolo dei raggi infrarossi lontani

Il FIR Pad (Far Infrared Pad) sfrutta la tecnologia dei raggi infrarossi lontani (4–16 µm), una forma di energia che penetra nei tessuti e stimola la produzione endogena di  monossido di azoto (NO). 
Il NO è una molecola vasodilatatrice che:

· migliora il flusso sanguigno

· riduce la congestione venosa pelvica

· modula l’infiammazione,

· promuove il rilascio di serotonina e dopamina.

Nei casi di endometriosi, l’applicazione del FIR Pad sull’addome o sulla zona lombare aiuta a decongestionare i tessuti e alleviare il dolore viscerale.

Sinergia biologica tra CBD isolato e FIR Pad

La combinazione di CBD isolato + FIR Pad agisce su due fronti:

· il CBD regola i recettori e riduce l’infiammazione neuro-ormonale,

· il FIR Pad aumenta la biodisponibilità tissutale e stimola la circolazione.

Insieme, potenziano la produzione di monossido di azoto, migliorano il metabolismo cellulare e riducono la sensibilità dolorosa.

Questo approccio è conosciuto come “ 4-Step Therapy " la terapia modulante AgriLab che include CBD + FIR, ideale per chi cerca risultati duraturi e naturali senza effetti collaterali.

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Perché il THC è sconsigliato nell’endometriosi

Anche se la cannabis terapeutica viene talvolta prescritta per alleviare il dolore dell’endometriosi, è importante distinguere l’effetto sedativo del THC da un vero effetto terapeutico modulante.
Il THC (tetraidrocannabinolo), principale componente psicoattivo della cannabis, non modula l’infiammazione in modo fisiologico e può interferire con i delicati equilibri neuroimmunitari tipici di una patologia come l’endometriosi.

Ecco i principali motivi per cui il THC è sconsigliato:

  • Effetto psicoattivo: il THC agisce sul recettore CB1 in modo diretto e massivo, alterando percezione, memoria e umore. Questo può accentuare stati di ansia, derealizzazione e sensazione di disconnessione, soprattutto in pazienti già fragili sul piano emotivo o ormonale.

  • Induzione della tolleranza: l’assunzione regolare di THC porta a desensibilizzazione dei recettori CB1, rendendo necessarie dosi sempre più alte per ottenere lo stesso effetto. Questo comporta un aumento del rischio di dipendenza e una perdita dell’effetto nel tempo.

  • Depotenziamento del sistema parasimpatico: l’endometriosi è associata a uno squilibrio tra sistema simpatico (attacco/fuga) e parasimpatico (riposo e rigenerazione). Il THC può inibire la regolazione vagale, peggiorando ansia, insonnia e alterazioni del tono autonomico.

  • Interferenza sul GABA e glutammato: mentre il CBD modula positivamente il GABA (neurotrasmettitore inibitorio), il THC può alterarne l’equilibrio, favorendo iperattività neuronale, insonnia, agitazione e peggioramento della sensibilizzazione centrale.

  • Effetti sul microbiota: studi recenti suggeriscono che il THC possa alterare negativamente la flora intestinale e la permeabilità intestinale, un fattore cruciale nel contesto dell’endometriosi, dove il microbiota svolge un ruolo chiave nella risposta immunitaria e nell’infiammazione cronica.

  • Effetto coprente, non curativo: il THC può mascherare temporaneamente il dolore, ma non interviene sui recettori specifici che modulano l’infiammazione, la nocicezione e la neurotrasmissione alterata tipiche dell’endometriosi.

In conclusione, il THC non rappresenta una terapia modulante, ma un sedativo temporaneo con potenziali effetti collaterali a medio-lungo termine.

Al contrario, il CBD isolato lavora in modo intelligente e selettivo su oltre 65 bersagli molecolari, modulando i sistemi coinvolti nella malattia (recettori del dolore, infiammazione, GABA, serotonina, glutammato, TRPV1, recettori citochinici e immunitari) senza causare tolleranza, dipendenza o alterazioni cognitive.

Per questo motivo, il CBD isolato è oggi l’approccio più sicuro, fisiologico e sostenibile nella gestione dei sintomi dell’endometriosi.

Test e diagnosi per l’endometriosi

Quali sono i test per capire se si ha l'endometriosi?

Diagnosticare l’endometriosi può essere difficile, perché i sintomi vengono spesso confusi con altre condizioni (come IBS, cistite, vaginiti ricorrenti).
La diagnosi precoce è fondamentale per evitare cronicizzazione e danni permanenti.

I principali strumenti diagnostici sono:

  • Ecografia transvaginale (con o senza sonda specifica)

  • Risonanza Magnetica pelvica per localizzare impianti profondi o intestinali

  • Laparoscopia diagnostica: è l’unico esame che conferma con certezza la presenza di endometriosi (e può anche rimuovere i focolai)

👩⚕️ Il ritardo diagnostico medio in Italia è ancora di 7–9 anni. Questo ritardo può essere ridotto con una maggiore consapevolezza e una rete di supporto dedicata.

Come si conferma la diagnosi da endometriosi

La diagnosi certa dell’endometriosi si ottiene tramite laparoscopia diagnostica, un intervento chirurgico mini-invasivo che permette di visualizzare direttamente i focolai endometriosici all’interno del bacino e, in molti casi, di rimuoverli durante la stessa procedura.

Tuttavia, prima di arrivare alla laparoscopia, si eseguono esami non invasivi che possono orientare il sospetto clinico:

  • Ecografia transvaginale con sonda specifica, utile per individuare cisti ovariche (endometriomi) o noduli profondi

  • Risonanza Magnetica pelvica, indicata in caso di sospetta endometriosi profonda intestinale, vescicale o uterosacrale

  • Esame obiettivo ginecologico, per valutare rigidità, dolori localizzati e anomalie del collo dell’utero o dei legamenti

📍 Importante: Nessun esame del sangue (come CA-125) è sufficiente per confermare o escludere l’endometriosi, poiché non esiste un marker biologico specifico per la malattia.

💡 Nota clinica: Il ritardo diagnostico è ancora elevato (fino a 9 anni in media): molte donne ricevono diagnosi sbagliate (colon irritabile, vaginiti, cistiti ricorrenti) o vengono minimizzate.
È fondamentale affidarsi a centri specializzati in endometriosi con ginecologi esperti nella lettura dei segni indiretti della malattia.

Vivere con l'endometriosi: complicanze e qualità della vita

Che problemi può dare l'endometriosi?

L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che può causare una vasta gamma di problemi fisici, ormonali e psicologici, con ripercussioni anche sulla qualità della vita e sulla fertilità.

Ecco i principali problemi che può causare:

Dolore cronico

  • Pelvico: anche lontano dal ciclo

  • Durante le mestruazioni (dismenorrea): spesso insopportabile

  • Durante i rapporti (dispareunia): può compromettere l’intimità

  • Durante la defecazione o la minzione: soprattutto nei casi di endometriosi intestinale o vescicale

Infertilità

  • L’endometriosi può alterare l’anatomia pelvica, creare aderenze, danneggiare le ovaie o ostacolare l’ovulazione. È una delle principali cause di infertilità femminile.

Infiammazione sistemica e stanchezza cronica

  • La presenza costante di tessuto infiammato stimola il sistema immunitario, causando fatica, dolori muscolari e senso di spossatezza persistente.

Disturbi digestivi e urinari

  • Gonfiore addominale, coliche, stipsi o diarrea ciclica

  • Stimolo continuo a urinare, cistiti ricorrenti, dolore alla vescica

Problemi psicologici

  • La convivenza con dolore cronico, infertilità o rapporti sessuali dolorosi può portare a:

    • Ansia e depressione

    • Disturbi del sonno

    • Perdita di autostima e isolamento sociale

💡 Nota importante: L’endometriosi non è solo una malattia ginecologica, ma un problema sistemico, che può colpire intestino, vescica, diaframma, nervi pelvici e persino il sistema immunitario.


Per questo motivo, molte donne si affidano a un approccio integrato, non solo farmacologico, che includa:

  • Terapie antinfiammatorie naturali

  • CBD isolato per modulare dolore e infiammazione

  • Alimentazione antinfiammatoria

  • Trattamenti per migliorare il ritorno venoso e ridurre la congestione pelvica (come il FIR Pad)

Endometriosi e fertilità: cosa sapere

L’endometriosi è una delle principali cause di infertilità femminile. Tuttavia, avere una diagnosi di endometriosi non significa automaticamente che non si potranno avere figli. Ogni caso è diverso, e oggi esistono molte soluzioni naturali, mediche e integrative per affrontare il problema.

Chi ha endometriosi può avere figli?

Sì, molte donne con endometriosi riescono ad avere figli, anche senza ricorrere alla fecondazione assistita. Tuttavia, la probabilità può variare in base a:

  • Grado e localizzazione della malattia

  • Età della donna

  • Presenza di aderenze o cisti ovariche

  • Funzionalità delle tube e dell’endometrio

In alcuni casi, l’endometriosi può rendere il concepimento più difficile, ma non lo esclude del tutto.

L’endometriosi compromette la fertilità?

Sì, può compromettere la fertilità, ma non in tutte le pazienti.

Ecco come:

  • Può danneggiare le ovaie, riducendo la riserva ovarica.

  • Può alterare il normale funzionamento delle tube, impedendo il passaggio dell’ovulo.

  • Causa uno stato infiammatorio cronico, che può compromettere l’impianto dell’embrione nell’utero.

  • Le aderenze tra organi possono ostacolare il concepimento o causare gravidanze extrauterine.

Cura dell'endometriosi: terapie e soluzioni disponibili

💡 Il nostro approccio integrato si basa su tre pilastri che possono aiutare naturalmente a migliorare la fertilità nelle pazienti con endometriosi:

Come si cura l’endometriosi?

La cura dell’endometriosi non è unica né definitiva. Ogni donna ha una storia clinica diversa, e il trattamento deve adattarsi al grado della malattia, all’età, alla sintomatologia e al desiderio di fertilità.

Le principali strategie sono:

Terapie ormonali (convenzionali)

I medici spesso prescrivono:

  • Pillola anticoncezionale combinata

  • Progestinici (es. Dienogest)

  • Analoghi del GnRH (induzione della menopausa farmacologica)

🔴 Queste terapie non risolvono la malattia ma ne bloccano temporaneamente la progressione. Spesso hanno effetti collaterali importanti: aumento di peso, sbalzi d’umore, insonnia, depressione, osteopenia.

Qual è la chirurgia per l'endometriosi?

La procedura più usata è la laparoscopia diagnostico-operativa, un intervento mini-invasivo che consente sia la diagnosi definitiva sia il trattamento.

Durante l’intervento il chirurgo può:

  • Rimuovere i focolai endometriosici

  • Eliminare le aderenze

  • Asportare le cisti ovariche (endometriomi)

  • Liberare le tube e gli organi coinvolti

📌 Obiettivo della chirurgia: ridurre il dolore, migliorare la fertilità e ripristinare l’anatomia pelvica.

⚠️ Attenzione: anche dopo la chirurgia, l’endometriosi può recidivare. Per questo motivo è fondamentale affiancare un protocollo naturale anti-infiammatorio e preventivo.

Soluzioni alternative

CBD isolato: anti-infiammatorio naturale

  • Agisce modulando l’infiammazione senza alterare l’asse ormonale.

  • Riduce il dolore pelvico e migliora la qualità della vita, supportando un possibile percorso di concepimento.

  • Interagisce con recettori specifici (CB2, TRPV1, PPARγ) legati a infiammazione, fertilità e rigenerazione tissutale.

🛑 Il THC è fortemente sconsigliato, poiché:

  • Può interferire con l’ovulazione

  • Riduce la qualità degli ovociti

  • Ha effetti negativi documentati sull’endometrio

FIR Pad: supporto alla microcircolazione pelvica

  • I raggi infrarossi lontani (4–16 μm) stimolano il microcircolo e il ritorno venoso, favorendo lo smaltimento di citochine infiammatorie.

  • Questo effetto può alleviare la congestione pelvica e migliorare l’ambiente uterino.

Dieta e stile di vita

  • Una dieta anti-infiammatoria ricca di omega 3, magnesio e antiossidanti può migliorare l’ovulazione e il microbiota uterino.

  • Evita glutine raffinato, latticini industriali e zuccheri, che aumentano lo stato infiammatorio sistemico.

Endometriosi: come interpretare i segni di guarigione

Quando scompare l’endometriosi?

L’endometriosi non scompare da sola, né esiste al momento una cura definitiva. Tuttavia, in alcune condizioni naturali come:

  • la gravidanza

  • la menopausa

  • o grazie a trattamenti integrati efficacisi può ottenere una remissione clinica dei sintomi anche per lunghi periodi.

⚠️ È importante distinguere tra scomparsa dei sintomi e scomparsa della malattia: anche in assenza di dolore, possono persistere lesioni silenti o aderenze.

Si può eliminare l’endometriosi?

Chirurgicamente, alcuni focolai possono essere rimossi, ma:

  • non è sempre possibile eliminare tutti gli impianti

  • le recidive sono comuni (fino al 40% entro 5 anni)

  • la chirurgia non elimina la base infiammatoria cronica della malattia

💡 Per questo è fondamentale un approccio terapeutico completo, che riduca l’infiammazione sistemica e moduli la risposta immunitaria.

Sono guarita dall’endometriosi?

Molte donne ci scrivono: “Mi sento guarita. È possibile?”
La risposta più corretta è:


🟡 Se i sintomi sono scomparsi o molto ridotti, sei in remissione clinica.

Ma attenzione:

  • La malattia può riattivarsi in presenza di squilibri ormonali, stress, infezioni, alimentazione infiammatoria

  • Non è una “guarigione” in senso assoluto, ma una gestione efficace e duratura

📌 La remissione non è un miracolo. È il risultato di una terapia costante, coerente e personalizzata.

Aspetti legali e supporto ai pazienti

Chi soffre di endometriosi ha diritto alla 104?

Sì, chi soffre di endometriosi può avere diritto ai benefici previsti dalla Legge 104, ma solo in alcuni casi specifici, quando la malattia viene riconosciuta come invalidante in forma grave.

Quando l’endometriosi dà diritto alla 104?

Il riconoscimento della Legge 104/1992 dipende da:

  • Grado di invalidità riconosciuto (serve almeno il 74% per alcune agevolazioni lavorative e previdenziali)

  • Incidenza dei sintomi sulla vita quotidiana e lavorativa

  • Presenza di complicanze (come aderenze gravi, dolore cronico invalidante, compromissione degli organi riproduttivi o intestinali)

Cosa bisogna fare per ottenerla?

  1. Presentare domanda all’INPS, allegando certificazione medica specialistica dettagliata (ginecologo, centro endometriosi, ecografie, risonanza, ecc.)

  2. Affrontare una visita con la commissione medico-legale

  3. In caso di riconoscimento, si può accedere a:

    • Permessi lavorativi

    • Agevolazioni fiscali

    • Tutele per caregiver (se la persona ha bisogno di assistenza)

🔎 Ricorda:

  • L’endometriosi è ufficialmente riconosciuta dal Ministero della Salute come malattia cronica e invalidante dal 2023.

  • Tuttavia, non tutte le forme danno automaticamente accesso alla Legge 104: serve una documentazione clinica precisa e un quadro sintomatologico grave.

💡 Consiglio pratico: Se ritieni che la tua condizione rientri tra le forme gravi, puoi farti aiutare da un’associazione pazienti o da un CAF/Patronato nella compilazione della domanda INPS.

L’endometriosi è riconosciuta in Italia come malattia cronica invalidante 

(Tabella del Ministero della Salute, 2023).

Le pazienti possono accedere a:

  • Esenzioni per visite e farmaci (codice esenzione G93)

  • Permessi e agevolazioni lavorative (Legge 104 se il quadro è grave)

  • Agevolazioni per l’invalidità civile (in caso di forme severe)

🤝 AgriLab offre un servizio gratuito di supporto personalizzato: ti aiutiamo a capire:

  • Quali terapie naturali possono affiancare o sostituire i trattamenti convenzionali

  • Come modulare infiammazione e dolore senza ormoni

  • Come affrontare il percorso di riconoscimento legale della malattia

Conclusione

L’endometriosi è una malattia complessa ma gestibile.

L’approccio naturale e scientificamente fondato con CBD isolato, ovuli vaginali al CBD e FIR Pad rappresenta oggi una nuova frontiera nella cura integrata del dolore pelvico e dell’infiammazione cronica.

Non si tratta di coprire un sintomo, ma di ripristinare l’equilibrio neuro-ormonale e microcircolatorio.

Il CBD isolato modula i recettori e calma il corpo; il FIR Pad riattiva la circolazione e il monossido di azoto; insieme riportano armonia, energia e benessere.

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