Cannabis e terapia del dolore: tipologie e differenze tra gli oppioidi

anziano su divano accanto alla figlia con boccetta di olio di cbd isolato per dolore cronico agrilab sul tavolo vicino a una tazza di the

La cannabis per la terapia del dolore è diventata un tema centrale nel dibattito medico degli ultimi anni, soprattutto per chi soffre di dolore cronico e cerca soluzioni alternative agli oppioidi.

Tuttavia, non tutte le opzioni disponibili offrono un reale beneficio terapeutico, e il rischio di effetti collaterali, soprattutto legati al THC, rimane elevato.

Comprendere le differenze tra i vari fitocannabinoidi (come THC, CBD, CBG e CBN), tra i prodotti galenici prescrivibili (come FM2 o Bedrocan) e tra cannabis e farmaci tradizionali è oggi essenziale per scegliere consapevolmente.

Questo articolo vuole essere una guida completa alla cannabis terapeutica nella terapia del dolore, con un’attenzione particolare al ruolo del CBD isolato, l’unico cannabinoide privo di effetti psicoattivi, con reale efficacia modulante e sicurezza d’impiego nel lungo periodo.

Quali tipologie di cannabis terapeutica esistono per il dolore?

In Italia, la cannabis terapeutica disponibile in farmacia è classificata in base alla varietà della pianta, al contenuto di THC e CBD, e alla modalità di assunzione (olio, infiorescenze, capsule). Le principali varietà sono:

  • FM2 (prodotta dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare): contiene THC tra il 5-8% e CBD tra il 7-12%.

  • Bedrocan: ad alto contenuto di THC (22%), con tracce minime di CBD.

  • Bediol: con un equilibrio più moderato tra THC e CBD.

  • Pedanios, Aurora, Tilray: provenienti da coltivazioni estere, con contenuti variabili.

La scelta della varietà influisce direttamente sul profilo d’azione e sugli effetti collaterali. Tuttavia, la presenza di THC rende difficile un uso prolungato e sicuro, soprattutto in pazienti non abituati a molecole psicoattive.

👉 È per questo che molti professionisti della salute stanno orientandosi verso soluzioni come il CBD isolato, che consente una terapia del dolore con cannabis libera da distorsioni cognitive, ansia o dipendenza.

Quale cannabis per il dolore?

Nel contesto della cannabis per la terapia del dolore, la FM2 è oggi una delle più prescritte per patologie come la sclerosi multipla, la fibromialgia e le neuropatie periferiche.

Ma la sua efficacia dipende fortemente dalla presenza del THC, che agisce attivando i recettori CB1 nel cervello.

Questa stimolazione produce un effetto di mascheramento del dolore, non una reale risoluzione:

  • Sollievo rapido, ma solo temporaneo.

  • Tolleranza farmacologica che richiede dosi crescenti.

  • Rischi psichiatrici, come ansia, alterazioni dell’umore o paranoia.

👉 L’effetto palliativo del THC non rappresenta una soluzione terapeutica stabile.

Al contrario, il CBD isolato agisce su recettori periferici e centrali in modo modulante e duraturo, senza creare dipendenza o alterazioni cognitive, rendendolo la scelta più sicura nella cannabis terapia del dolore.

Quali sono i cannabinoidi antidolorifici?

Nella pianta di Cannabis sativa sono stati identificati oltre 120 fitocannabinoidi, ma solo alcuni mostrano un’efficacia rilevante nella gestione del dolore:

  • THC → Agisce sui recettori CB1. È il principale composto psicoattivo: riduce la percezione del dolore, ma induce dipendenza, tolleranza e alterazione delle funzioni cognitive.

  • CBG → Azione potenzialmente antinfiammatoria e neuroprotettiva, ma ancora priva di studi clinici solidi.

  • CBN → Debole effetto sedativo. Non ha un ruolo clinico significativo nel dolore.

  • CBD isolato → Il più studiato e sicuro:

    • Agisce su CB2 (antinfiammatorio),

    • TRPA1 (dolore neuropatico),

    • GPR55 (neuromodulazione),

    • Dopamina D2 (motivazione e tono dell’umore),

    • Adenosina A2A (rilassamento e neuroprotezione).

👉 Il CBD isolato è l’unico cannabinoide che offre una modulazione complessa e sicura, senza alterazioni mentali o tolleranza. Per questo motivo, è oggi il principale candidato per una terapia del dolore con cannabis  efficace e sostenibile.

boccetta olio di cbd isolato agrilab per dolore cronico su sfondo bianco e foglie di canapa attorno con candele gialle

Alcuni prodotti consigliati per scegliere CBD isolato realmente puro e certificato

Per garantire che ciò che usi rispetti pienamente le nuove normative, ecco tre prodotti di AgriLab che rappresentano perfettamente l’ideale del CBD puro, isolato, senza THC e con certificazione:

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Differenza tra cannabis e oppioidi

Un errore comune è paragonare cannabis terapeutica e oppioidi come se fossero equivalenti nel trattamento del dolore. In realtà, le differenze sono sostanziali:

Oppioidi

  • Agiscono su recettori μ e κ nel cervello.

  • Bloccano la trasmissione del dolore a livello centrale.

  • Provocano tolleranza rapida, dipendenza e rischio di overdose.

  • Indicati solo in condizioni estreme come dolore oncologico.

Cannabis con THC

  • Stimola CB1, alterando la percezione del dolore.

  • Può causare ansia, sonnolenza, distorsioni cognitive.

  • Utilizzo a lungo termine porta a beneficio instabile e assuefazione.

CBD isolato

  • Modula, non sopprime: agisce in modo fisiologico.

  • Stimola CB2, TRPV1, 5-HT1A, recettori della glicina e dopamina.

  • Senza dipendenza, senza tolleranza, senza effetti psicoattivi.

👉 La cannabis per la terapia del dolore trova nel CBD isolato un’alternativa naturale e sicura agli oppioidi e al THC, con una gestione del dolore più sostenibile nel lungo termine.

Cannabis terapeutica e terapia del dolore

Nonostante le promesse della cannabis terapeutica nel trattamento del dolore, le evidenze cliniche restano contraddittorie. Molti pazienti riportano miglioramenti soggettivi, ma gli studi scientifici evidenziano:

  • Efficacia limitata nel tempo.

  • Rischi elevati con uso continuativo di THC.

  • Difficoltà di personalizzazione della terapia.

Il CBD isolato, invece, si distingue per:

  • Un profilo recettoriale ampio (CB2, TRPV1, 5-HT1A, GABA-A, canali del calcio),

  • Azione modulante e progressiva sul dolore neuropatico, viscerale e infiammatorio,

  • Sicurezza anche in uso quotidiano, senza interazioni negative.

👉 La vera innovazione nella cannabis terapia del dolore è rappresentata dal CBD isolato, che agisce dove serve, come serve, senza effetti collaterali.

Quali sono gli effetti collaterali della cannabis FM2?

La FM2, prodotta in Italia per uso terapeutico, è tra le varietà più distribuite nelle farmacie. Contiene THC in quantità significative, il che comporta numerosi effetti avversi:

  • Sonnolenza, vertigini e affaticamento.

  • Difficoltà cognitive, come perdita di memoria e problemi di attenzione.

  • Alterazioni emotive → ansia, sbalzi d’umore, episodi paranoici.

  • Disturbi cardiovascolari → tachicardia, calo pressorio.

  • Dipendenza e tolleranza → rischio sottostimato.

👉 Tutti questi effetti derivano dall’attivazione diretta dei recettori CB1 da parte del THC, senza una modulazione fisiologica.

Il CBD isolato, al contrario, agisce su recettori come:

  • CB2 → azione antinfiammatoria e neuroprotettiva,

  • TRPV2 → dolore muscolare e infiammatorio,

  • 5-HT2C → regolazione dell’umore,

  • Adenosina A1 → protezione cardiovascolare,

  • Canali del sodio → stabilità neuronale.

📌 Il profilo di sicurezza del CBD isolato lo rende preferibile in tutte le terapie a lungo termine, senza dover affrontare gli effetti collaterali del THC.

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